Più a sud dell’isola Palmaria si trova l’isola del Tino, riconoscibile per la sua forma triangolare e rocciosa, abbondante di pino marittimo, leccio, mirto, e lentisco. Da numerosi decenni è sotto la giurisdizione della Marina Militare, quindi è un’area sottoposta a vincoli non aperta liberamente alle visite. La restrizione ha di fatto ridotto la pressione antropica al minimo permettendo lo sviluppo naturale di una vegetazione lussureggiante, che fa da cornice a incantevoli paesaggi. I versanti sono caratterizzati ad occidente da una chiara ed inviolabile falesia sulla cui vetta (l’isola è alta 122 m) si trova il faro militare, da sempre guida dei naviganti. È una costruzione fortificata neoclassica che nel corso del tempo ha visto numerosi cambiamenti, tanto da rappresentare un esempio di transizione tra le costruzioni militari di scuola francese e le più recenti fortificazioni del XIX secolo. Da lato orientale si trova anche un porticciolo, unico approdo possibile per i visitatori. Nei pressi dell’approdo si trova una zona archeologica con resti dell’epoca romana e rovine del cenobio medievale, testimonianza di antichi insediamenti monastici. Pur essendo interamente zona militare il 13 settembre, giorno del patrono San Venerio, l’isola si apre ai visitatori, inoltre è possibile visitarla anche attraverso escursioni organizzate dal Parco.
Separata dal Tino da alcuni scogli, l’isola del Tinetto rappresenta la sorella più piccola del gruppo insulare di Porto Venere. Ricopre infatti un’estensione di poco superiore a mezzo ettaro, raggiunge un’altezza massima di 17 metri e dista dall’isola intermedia un centinaio di metri. Per profilo e caratteristiche ricalca molto il Tino e, malgrado le sue dimensioni siano davvero modeste, è una realtà importante nel panorama della biogeografia e della storia. Sul Tinetto prese vita il primo insediamento monastico risalente al VI secolo, che poi si espanse sull’isola del Tino dopo la distruzione del cenobio per mano saracena e successivamente sulla Palmaria. Semicoperti dagli arbusti restano, sulla punta meridionale dello scoglio, il piccolo oratorio costituito da un unico vano e, sulla parte pianeggiante, la chiesa a due navate alla quale erano collegati un secondo oratorio e le celle dei monaci.